DD N. 402: „Il tramonto rosso.“ Ma se non c‘è neanche il sole…

DYLAN DOG 402Di solito mi indigno quando un episodio non mi piace, ma in questo caso mi sembra troppo faticoso. Piuttosto, alzo le spalle. “Il Tramonto Rosso” semplicemente non funziona. Ecco la lista die diffetti:

1. Il titolo non c‘entra niente con la storia. Sì, c‘è la corrispondenza con „L‘alba nera“ dell‘episodio precedente, ma in fondo un titolo deve corrispondere in primo luogo all‘albo cui è dato. Invece di “Il tramonto rosso“ questo albo si potrebbe chiamare anche “Il tram rosso”, oppure “Urla dall‘altrolà“, “La cantina del sangue“ o “Lo spazzolino della morte“. O qualsiasi altra frase generica. Visto che il titolo del prossimo albo menziona la luna è facile indovinare come si chiamerà il numero 404: „Mezzogiorno mortale.“

2. L‘introduzione didascalica di Roberto Recchioni.

3. L‘inizio e la fine. Le scene “a catena“ che collegano l‘episodio a quello precedente e al prossimo sono superflue e ostacolano il flusso narrativo. Soprattutto quella all‘inizio. Ho l‘impressione che gli autori vogliono creare un arco narrativo più largo senza correre il rischio inerente. I lettori che non conoscono l‘episodio precedente però se ne fregheranno e gli altri si sentiranno presi in giro. La tecnica dell‘inizio “a Ianone“ è goffa. E già che ci siamo:

4. La morte di Sibil. Brusca e goffa. Sono uno zombi – Bang Bang Bang. Così non si fa fuori un carattere che abbiamo seguito per due episodi. Inoltre, la freddezza con la quale Dylan esegue la “leggittima difesa“ salviniana non quadra con il suo carattere. O forse la barba lo fa davvero somigliare più al “capitano“? Speriamo di no.

5. L‘invisibilità di Sibil durante la confrontazione con Xabaras. Per dieci pagine quasi non la vediamo e di certo non la sentiamo. Allora io mi sono chiesto che cosa fa durante il dialogo drammatico tra i due maschi. Mette il peso ora su una gamba, ora sull‘altra, si chiede se non c‘è una sedia su questo maledetto galeone… o che cazzo fa una donna se all‘improvviso è ridotta ad una spettatrice muta perché “gli adulti parlano“ e la sua bellezza in questo momento non serve?

6. L‘ostentata confessione politica di Dylan a p. 69. Che Dylan sia vagamente di sinistra lo sappiamo e apprezziamo tutti. Ma questa inequivocabile identificazione con un certo pensiero politico lo riduce a un cliché, non quadra con il suo carattere (almeno finora – forse il nuovo Dylan assieme alla sua androginità ha perso alte ambiguità) ed è, ancora una volta, goffa e didascalica.

Però, nonostante queste irritazioni, mi sono distratto leggendo l‘episodio. Mi hanno fatto piacere il contrasto fra le varie estetice die tre disegnatori (bellissima anche la trovata del Prince Charles Cinema), e l‘interazione tra Dylan e Sibil: i due formano una relazione credibile e interessante, anche per quanto riguarda il sesso.

Ma comunque non sono convinto dall‘idea di riscrivere le storie di Dylan Dog. Si rischia di annoiare chi già conosce la serie senza attrarre nuovi lettori. Proprio come con l‘inizio “a Ianone“. You can‘t eat your cake and have it.

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