Franz Schubert: Quartetto per archi n. 14 (La Morte e la Fanciulla) – Patricia Kopatchinskaja & St. Paul Chamber Orcheestra

Ogni lingua è uno specifico modo non solo di descrivere, ma anche di interpretare il mondo. Benché tutte le lingue del mondo abbiano parole che denotano la stessa cosa (per quanto riguarda il vocabolario di base), spesso queste parole hanno connotazioni ben diverse.

La morte. La parola descrive un topos centrale di Dylan Dog, ovvero la fine della vita naturale. Inoltre, il concetto viene personificato diverse volte nella serie ed in analogia con la grammatica, il personaggio risultante è femminile, espressione tra l‘altro della paura delle donne di cui Dylan soffre.

Hans Baldung Grien: Der Tod und das Mädchen (1516)

Orbene, in tedesco, la morte è maschile. Potete facilmente immaginare che di conseguenza, le persone di lingua tedesca immaginano la morte un po‘ diversamente da chi parla una lingua romanza quando la personificano. Mentre in DD, la morte è un‘ anti-madre (come quasi tutte le madri nella serie), in tedesco la morte personificata è conosciuta anche come Gevatter Tod: Padre (nel senso generico, come antenato) Morte. Per questo, il motivo La Morte e la fanciulla è così comune nella pittura tedesca rinascimentale, mentre le culture romanze quasi non lo conoscono: al contrasto tra la vita e la morte si aggiunge quello tra un maschio e la femmina. È per equesto che il motivo è così forte (Però si può dire che tutta la nostra serie è la versione italiana del motivo: la morte e il giovane).

È poco sorprendente che il motivo ricompare nel romanticismo tedesco. Il poeta Matthias Claudius ne fece una poesia:

La fanciulla:

Via, ah, sparisci!

Vattene, barbaro scheletro! [In tedesco, c‘è il più espressivo Knochenmann, uomo di ossa anziché il generico scheletro]

Io sono ancora giovane;

va‘, caro! [Qui non sono d‘accordo con la traduzione, che secondo me non fa senso]

E non mi toccare.

La morte:

Dammi la tua mano, bella creatura delicata!

Sono un‘amica [ovviamente, un amico in tedesco] e non vengo per punirti.

Su, coraggio! Non sono cattiva [non va bene: wild significa selvatico, impetuoso]

Dolcemente dormirai tra le mie braccia!

La poesia non è buona e la traduzione è pessima, ma basta per farsi un‘idea del contenuto. Nella musica di Schubert, il contrasto tra il terrore della fanciulla e la dolcezza della morte è ancora più forte. Le convulsioni e i brividi dall‘una parte e l‘elemento quieto, statico dall‘altra parte vengono integrati in una musica spesso molto danzabile.

https://media1.jpc.de/image/w220/front/0/3760014192654.jpgQueste due caratteristiche sono messe in rilievo da questa particolare registrazione: visto che la musica è registrata dal vivo (dal vivo, m‘intendete?), il suono è molto diretto e acuto – ideale per la tematica. Inoltre, la Kopatchinskaja ha arrangiato la musica per un corpo più grande, e con tutta la St. Paul Chamber Orchestra, le parti in forte e fortissimo esplodono, intensificando il contrasto con le parti in piano e pianissimo.

Ma questi non sono gli unici aspetti innovativi del CD: la Kopatchiskaja ha scelto altri pezzi di musica con una tematica identica simile, che si trovano tra i movimenti del quartetto originale. Programmando il lettore CD, si può ascoltare solo il quartetto originale, o una selezione variata di composizioni che esprimono molte delle emozioni che la morte ci ispira. La gamma va da un canto bizantino a due brevi pezzi dal ventesimo secolo. Ma devo dire che la maggior parte di questi pezzi sono molto meno interessanti del quartetto di Schubert, con la eccezione delle composizioni di György Kurtág (* 1926). Più in linea con la nostra serie invece è il Toden Tanz di Augustus Nörminger (1560 – 1630): la danza dei morti. Alla fine, la danse macabre è un topos diffuso anche nei paesi di lingua romanza.

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